Wotang ha otto anni quando, non visto, assiste alla carneficina della sua famiglia da parte di un manipolo di Specnaz che il padre, caritatevolmente, aveva accolto nella propria casa. Viene ritrovato, dopo alcuni giorni trascorsi a vegliare sui corpi dei genitori e delle sorelle, da un medico che accompagna le forze di polizia e dal quale viene adottato e cresciuto, come un figlio. Chi sia diventato Wotang e cosa abbia a che vedere con il progetto di una guerra santa contro gli infedeli, progettata da un gruppo jiahadista, lo lasceremo scoprire al lettore di quello che, indubbiamente, non può essere individuato come un semplice trhiller. Il lettore, infatti, si troverà coinvolto in una storia che, pur apparendo a tratti surreale, si delinea come drammaticamente realistica, presentando molti elementi comuni con l’attualità mondiale.
Il folle piano pensato da un gruppo di terroristi siriani prevede, infatti, l’eliminazione degli occidentali soliti a nutrirsi di prosciutti e salami: il virus letale, capace di uccidere in poche ore, dovrebbe essere veicolato dai suini che lo assorbirebbero attraverso l’acqua, ma dal quale non subirebbero alcun danno, limitandosi a trasmetterlo agli uomini. Possibile che ciò possa accadere? Di fatto la minaccia non è irrilevante, tuttavia il progetto non passa inosservato a chi dovrebbe vegliare sulla sicurezza dei cittadini. Un informatore mette in modo un’attività di intelligence che vede in campo “un cane da caccia di un tipo di ordine costituito”, così si definisce egli stesso (pag. 237): Alto (che di fatto, come leggiamo, è di statura normale). Ma il suo è un nome parlante il cui significato lasceremo scoprire al lettore. Sotto di lui, tra l’altro, troveremo Naima, una killer che avevamo incontrato nel precedente romanzo di Riccardo La Cognata (“La transazione”, 2018, Ventura Edizioni). Facciamo attenzione “Acque Formate” non è certamente la continuazione de “La transazione” da cui viene, per così dire, “scorporata” Naima (tecnicamente si tratta di un procedimento chiamato “spin-off”) che assume un profilo psicologico diverso, più femminile, capace di lasciarsi coinvolgere nella difesa di un adolescente bullizzato e di vivere una relazione sentimentale con un collega.
Insomma, gli elementi per intrigare il lettore non mancano. Aggiungete a quanto detto finora (poco, volutamente, visto che non è possibile rivelare che l’assassino è il maggiordomo) l’abilità narrativa e l’intelligente ironia per rendere allettante la lettura .Anche perché bisognerà scoprire se il virus influenzale emorragico messo a punto in un laboratorio bunker riuscirà a diffondersi e con quali conseguenze.
A questo punto, sono sicura che vi stiate chiedendo se Riccardo La Cognata si sia ispirato all’attualità: l’autore dichiara di avere iniziato a scrivere “Acque formate” nel 2018, ma che l’idea è addirittura precedente e che “è solo una coincidenza del caso”. Io, personalmente, gli credo. Voi decidete liberamente.