Ci sono romanzi che diventano compagni assidui, tanto che i personaggi vengono a trovarti nei sogni dove ritrovi le atmosfere, i luoghi, le vicende narrate. In questi casi, accade che, giunti alla conclusione, diventa difficile accostarsi ad altri testi a cui ti avvicini con sospetto e dai quali ti allontani con delusione. È quanto succede con “Il Primo Ministro” di Anthony Trollope, (pubblicato da Sellerio) autore inglese di età vittoriana, epoca ricostruita sul piano politico, sociale e psicologico con una scrittura che (grazie anche all’abilità del traduttore) risulta coinvolgente e profonda.
Certamente, qualcuno potrebbe chiedersi quale interesse possa avere per noi lettori 2.0 un romanzo ambientato nell’Ottocento inglese. Domanda legittima, ma da respingere immediatamente. Perché l’esperienza politica di Plantagenet Palliser, questo il nome del Primo Ministro del titolo, può dirci molto sui giochi di potere che caratterizzano la politica, fondata sul compromesso che allontana dal bene comune, essendo rivolta al mantenimento dei privilegi e dei ruoli raggiunti. Un sistema a cui Plantagenet (il nome sembra un calco da plantageneti, la casata medievale di Enrico II d’Inghilterra e che, a nostro avviso, assume un valore semantico rilevante) è estraneo, divenendo nemico ai suoi stessi alleati che non ne comprendono il valore morale e giudicano negativamente il suo bisogno di essere un politico libero, votato agli interessi del paese.
Tra i critici più severi la moglie, Lady Glencora, fermamente decisa ad avere un ruolo nel governo del marito e che investe una grossa fetta del proprio patrimonio in feste e convegni nelle proprie abitazioni allo scopo di influenzare e, in qualche caso addirittura, orientare le scelte politiche del marito. Fino a comprometterne, essendosi circondata di individui ambiziosi e scorretti, l’immagine politica e il suo ruolo di Primo Ministro.
Tanti i personaggi che affollano le oltre mille pagine del romanzo e che vengono rappresentati nella loro complessità da Trollope il quale, da buon autore ottocentesco, non disdegna le descrizioni, spesso puntigliose, ma comunque parte integrante della narrazione che risulta sempre briosa.
A vivacizzare il quadro della società aristocratica d’epoca vittoriana le vicende amorose di una delicata fanciulla, Emily Wharton, vittima della spregiudicata falsità di un avventuriero affascinante e privo di scrupoli, Ferdinand Lopez. Emily gli preferirà il giovane aristocratico Arthur Fletcher, un gentiluomo onesto, che la ama disinteressatamente e che con discrezione si prenderà cura di lei, senza mai giudicarla e continuando ad amarla. Fino a quando…
Toccherà al lettore scoprirlo.