Le radici ci rendono ciò che siamo
Siamo il risultato di ciò che mangiamo: mi sono ispirata a Feuerbach non certo per parlare di cibo, come (ahinoi) molto spesso è stato fatto, ma perché ritengo che renda il significato del racconto che Giorgio Casa (un affabulatore prestato per diversi decenni all’attività di bancario, combattente sindacalista sempre da parte dei lavoratori, oggi in pensione) ha affidato alla stampa, per condividere con i suoi lettori, modicani e non, le memorie di un passato, in parte fortunatamente, ancora vivo.
L’uomo è ciò che mangia, dicevamo, perché il nostro modo di stare al mondo e di leggerlo, il nostro organizzare il presente e progettare il futuro, il nostro aprirci agli altri sono il risultato di quanto, fin da quando siamo stati concepiti, abbiamo assorbito da quello che ci ha circondato. È la ragione per cui rimaniamo ancorati alla terra, su cui abbiamo cominciato a muovere incerti i primi passi, grazie a radici profonde che continuano a nutrirci anche quando, apparentemente, non ne avremmo più bisogno o, ma non è certo questo il caso di Giorgio Casa, quando le circostanze della vita ci hanno allontanati da quella terra.
Quanto abbiamo finora detto ci offre una chiave interpretativa (certamente non l’unica) di “Don Nittu u baruni” opera prima che, come il lettore potrà verificare personalmente, sfugge ad ogni definizione. Intanto, possiamo dire che non è semplicemente un romanzo: infatti, alle parti narrative si affiancano poesie inedite, facendo dell’opera un prosimetro (come direbbero i bravi commentatori). Il tutto completato e arricchito da alcune ricette di piatti della tradizione modicana.
La narrazione ruota intorno alla figura del barone don Nittu, uomo colto, giusto, attento ai bisogni dei propri sottoposti, un punto di riferimento per l’intera comunità modicana, capace di stabilire legami di amicizia sinceri e profondi. Accanto a lui altri personaggi per ricostruire il passato ancora vivo nella memoria di quanti lo hanno vissuto, attraverso tradizioni ancora molto sentiti.
Elemento non certo trascurabile: la scrittura elegante, articolata profonda.